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domenica 14 marzo 2010

Colombia: elezioni 2010

Ivan Bianchini
Bogotà

Oggi, 14 marzo 2010, qui in Colombia si sta svolgendo il primo turno delle elezioni.
Si rinnova il parlamento, si eleggono per la prima volta i rappresentanti al Parlamento Andino, e contemporaneamente si vota anche per le primarie di alcuni partiti. Il voto quindi è già di per sé abbastanza difficoltoso.
A questo si aggiungono tutte le varie difficoltà tipiche delle elezioni in questo paese.
Già nei giorni scorsi le valutazioni degli osservatori concordavano nel definire 430 municipi (all'incirca un terzo del totale) a rischio violenze, e una diffusione ancora maggiore della compra di voti da parte delle organizzazioni del narcotraffico.
Il rischio maggiore viene rilevato negli stati di Cordoba e Antioquia, per la presenza paramilitare, e in quelli di Narino, Choco, Arauca, Cauca e Valle del Cauca per la presenza guerrigliera.
Come consuetudine in periodo di elezioni, i gruppi guerriglieri hanno, da un lato indetto il paro armado (blocco armato di alcuni territori per rendere più difficoltose le operazioni di voto), e dall' altro avviato con alcuni parlamentari delle trattative per il rilascio di sequestrati.
Si sono da poco chiuse le urne e già arrivano notizie di numerosi casi di anomalie, tentativi di attentati sventati e scontri a fuoco.
I fatti più gravi negli stati del Cauca e di Narino con scontri a fuoco tra militari e guerriglieri.
Nonostante tutto, queste elezioni, passano per essere state le più tranquille degli ultimi trent' anni.
Le irregolarità maggiori sembrano essere avvenute più per via amministrativa che non per via violenta. Sembra esserci quindi un cambiamento della strategia di intervento nelle elezioni da parte dei gruppi paramilitari e narcos.
Dal 17 di febbraio ad oggi ci sono state 245 denunce per "delitto contro il suffragio", le più frequenti sono per "intervento illecito di funzionari pubblici nel processo di voto", "costrizione del votante", "corruzione del votante", "finanziamento di campagna elettorale con denaro illecito".
L' affluenza al voto, sempre piuttosto bassa, oscilla tra il 20% ed il 30%, e rispecchia sostanzialmente la composizione sociale colombiana, sono infatti i ceti ricchi e medi che partecipano al voto.
Il risultato è stato quindi abbastanza scontato, la destra conferma una stragrande maggioranza. La dichiarazione di incostituzionalità della ricandidatura dell' attuale presidente in carica, Uribe, da parte della Corte Costituzionale, appena due settimane fa, non ha portato a cambiamenti significativi.
Il partito della "U", del presidente Uribe, si conferma primo partito con il 24%. Al secondo posto il Partito Conservatore con il 22%, al terzo il Partito Liberale (centro-sinistra) con il 16%.
Il Polo Democratico Alternativo, unica forza dichiaratamente di sinistra, si posiziona solo al sesto posto con il 7% dei voti.
La politica della "Sicurezza Democratica", perno degli otto anni di governo uribista, che ha significato la violazione sistematica dei diritti civili, desaparecidos, fuga di interi villaggi dalle campagne per lasciare mano libera allo sfruttamento del territorio alle multinazionali straniere, squadroni della morte finanziati dalle stesse multinazionali, rimane, purtroppo, l' orizzonte futuro del popolo colombiano.

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